Kami Dojo |
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I Samurai |
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Nell' antichità il Giappone era suddiviso in tanti piccoli staterelli rivali l'uno con l'altro e viveva in uno stato di perenne guerra. I nobili richiamarono a loro dei guerrieri valorosi e fedeli: i samurai (dal verbo saburau = servire - essere al servizio). Il samurai doveva possedere: senso del dovere (Giri), risolutezza (Shiki), generosità (Ansha), fermezza d'animo (Fudo), magnanimità (Doryo) e umanità (Ninyo) I samurai seguivano un codice di comportamento bellico chiamato bushido che letteralmente significa "via del guerriero", il punto fermo del bushido era l'onore sia in battaglia che nella vita comune, e disciplinava i rapporti da tenere in uno stesso clan e con il proprio capo. Il samurai doveva essere sobrio, modesto; in guerra doveva essere coraggioso, leale, solidale e naturalmente avere un grande onore. Ai samurai erano attribuiti spesso due termini: bun che indicava saggezza di tipo confuciano e bu che indicava il contesto marziale. Infatti una delle doti essenziali del samurai era il giusto equilibri tra azione e riflessione. La formazione ideale del samurai (con innata semplicità scintoista) era un insieme di componenti, sociali, filosofiche, religiose che interagirono determinandone le regole da seguire, sarà proprio il buddismo zen a rendere lo spirito del samurai forte come la sua spada; e per questo si allenava per anni, in quanto le sue tecniche insegnavano ad avere la totale padronanza delle proprie emozioni (dote fondamentale per un samurai sempre di fronte alla morte) e sempre grazie allo zen il samurai imparava la magnanimità verso i deboli, i vinti, scrivere poesie o semplicemente ritirarsi a bere del tè (cha). IL CODICE D'ONORE DEL BUSHIDO Questo codice venne messo per inscritto da Tsuramoto Tashiro che raccolse le regole del monaco-samurai Yamamoto Tsunemoto (1659-1719) nel famoso testo Hagakure che significa "all'ombra delle foglie".
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