Ordine naturale delle cose

Alcuni sostengono che il fondamento esiste e consiste nella legge naturale innata in ogni uomo tra i quali i grandi filosofi e pensatori della tradizione greco-romana: Platone, Aristotele, Cicerone, Seneca. Come anche in tutte le culture e civiltà del mondo antico. Cicerone a tal proposito sosteneva l’esistenza di una legge non scritta, appresa direttamente dalla natura: […] la legge consiste nella norma suprema [ratio summa] inerente alla natura, la quale ordina ciò che si deve fare, e proibisce il contrario. Questa norma [ratio] medesima, quando è resa evidente ed impressa nella mente umana, è legge (De legibus, I, 6, 18-19 [CICERONE]

I secolo a.C.

Cicerone, De re publica

Vi è una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in tutti, invariabile, eterna, tale da richiamare con i suoi comandi al dovere, e da distogliere con i suoi divieti dall'agire male... A questa legge non è possibile si tolga valore né è lecito che in qualcosa si deroghi, né essa può essere abrogata; da questa legge non possiamo essere sciolti ad opera del senato o del popolo... Essa non è diversa a Roma o ad Atene, non è diversa ora o in futuro: tutti i popoli invece in ogni tempo saranno retti da quest'unica legge eterna e immutabile; ed unico comune maestro, per così dire e sovrano di tutti sarà Dio; di questa legge egli solo è l'autore, l'interprete, il legislatore; e chi non gli obbedirà rinnegherà sé stesso, e rifiutando la sua natura di uomo, per ciò medesimo incorrerà nelle massime pene, anche se potrà essere sfuggito ad altre punizioni.
(Cicerone, De re publica, III, 22, 33)

Insieme a questi grandi filosofi e pensatori, anche Tommaso d'Aquino si pone nella linea dei sostenitori della legge naturale. La legge naturale è immutabile, non è soggetta a variazioni od evoluzioni di qualsiasi tipo. È dentro l'uomo, ma non deriva dalla storia.

La legge umana dovrebbe essere una specificazione o una applicazione della legge naturale in vista del bene comune. Essa ha per fine il bene, ed il bene è il fine ultimo delle creature. Questo si può conseguire solo a condizione di non violare la legge naturale e la legge divina. Diversamente ogni norma umana diventa una corruzione della legge, una legge ingiusta.

Alla luce di questo concetto della legge naturale, ogni autentico diritto degli uomini non è derivato dal consenso dei popoli o dal volere delle autorità, ma preesiste indipendentemente dalle culture e dalle legislazioni nazionali e internazionali. Purtroppo, ai nostri giorni la cultura imperante del relativismo ci porta a un oscuramento della ragione, tale da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose, correndo il rischio che i capricci di pochi diventino leggi per tutti. E L’alternativa alla normatività del bene è “soavità del nulla”.

Di fronte ad essa il compito essenziale (forgiando il proprio carattere) è quello di riscoprire le virtù, l’etica, la deontologia, scuotendo la sonnolenza, scrollando le coscienze anestetizzate e risvegliando la memoria.